Lo studio delle lingue forza combattiva contro l’Alzheimer

Lo studio delle lingue come forza combattiva contro i sintomi e la malattia dell’Alzheimer  ( indagine scientifica)

La neurologia della memoria continua a sollevare domande sicuramente interessanti per l’apprendimento e lo studio delle lingue.

Una buona notizia per gli appassionati delle lingue: uno Studio pubblicato recentemente da D. Iacono et al.  ( “The Nun Study; Clinically silent AD, neuronal hypertrophy and linguistic skills in early life”, Rivista “Neurology, settembre 2009, tradotto “Uno studio sulle monache: malattie dell’Alzheimer clinicamente silenziose, l’ipertrofia neuronale e le competenze linguistiche nell’infanzia “ afferma che lo studio delle lingue può proteggerci dai sintomi della malattia dell’Alzheimer!!

I ricercatori hanno analizzato, in seno ad un progetto nel lungo termine, 93 suore cattoliche, analizzate da quando le suore entrarono in convento a circa 20’anni.  A tutte le suore fu chiesto di scrivere una breve autobiografia prima di prendere i voti. Nei 50’anni successivi sono stati loro somministrati sette test di tipo cognitivo e le loro autobiografie sono state analizzate per numero di idee espresse ogni 10 parole e complessità grammaticale delle frasi.

Sono state, inoltre, realizzate delle autopsie a livello cerebrale sulle suore alla loro scomparsa.  Fra le 14 suore scomparse, a 5 fu diagnosticato l’Alzheimer nell’autopsia.
Tutte cinque avevano evidenziato una bassa densità di idee in giovane età, ma ciò non poteva dirsi delle 9 a cui non era stato diagnosticato l’Alzheimer.

Studi come questo non provano nulla di scientificamente certo, ma forniscono solo una preziosa convalida statistica ed hanno come logica conseguenza la raccomandazione di apprendere una o più lingue straniere come forma di esercizio mentale per combattere i rischi di contrarre la malattia dell’Alzheimer.

Il bilinguismo è stato associato anche ad un rallentamento di afasie e menomazioni linguistiche.

Ad esempio, nel 2007, ricercatori del Centro di Ricerca Baycrest  per l’invecchiamento delle attività cerebrali pubblicarono uno studio in cui si asserisce che pazienti anziani che avevano trascorso le loro vite parlando più di una lingua mostravano una menomazione cognitiva circa quattro anni più tardi rispetto ai pazienti che avevano parlato per tutta la vita una sola lingua.
Tale differenza, secondo gli stessi relatori, è impareggiabile da qualsiasi intervento farmaceutico.

Come la lingua possa veramente ridurre i rischi della menomazione cognitiva è veramente poco chiaro, ma la complessità del linguaggio può fornire una sorta di esercizio a varie regioni cerebrali simili all’esercizio fisico raccomandato dai medici per la proiezione di una vita in salute anche in età avanzata.

In conclusione, l’istruzione di noi stessi e dei nostri figli, delle generazioni future, dovrà continuare ad essere un’istruzione plurilingue e multiculturale, al servizio dell’accrescimento alla consapevolezza linguistica ed all’accettazione dell’altro e del diverso!!

Centro Lingue Global Communications

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